(2 Marzo 2010) - Fuso nel cratere del vulcano il cent miliardario. Altro che amuleto portafortuna, è sfiga perenne e dura che sdogana i cordoni lasciando cadere i dobloni. La scommessa sulla pandemia battuta sulla via di una stagione influenzale quanto mai banale ha sancito un contratto tra
Questo accadeva al tempo dello sgomento (il vento spirava dalle Americhe ed era favorevole), degli allarmismi mondiali, degli affari colossali, dei brividi pestilenziali di chi ti starnuta addosso.
L’H1N1 entra in scena a colpi di effetti speciali, come il terremoto delle genti che, inaspettatamente e senza preamboli però, ricchi e poveri iniziano a complottare sospettando maggiori proventi (da parte delle case produttrici dei vaccini), accertando che la campagna vaccinale è orchestrata male, visto che gli operatori del Servizio Sanitario Nazionale e i medici familiari non si vogliono atteggiare a vittime sacrificali in nome di un astratto Male.
La forte ondata emozionale gestita in modo irrazionale in stato d’emergenza socio- ambientale. Panico e preoccupazioni imperano nei luoghi della socialità. Il conflitto è trasversale: istituzionale, tra ministero dell’istruzione (Chiudiamo le scuole!) e ministero della salute (non si chiude nulla, vacciniamo le scuole!); sociale, tra scuole-famiglie e pediatri che non vogliono rilasciare certificati per il rientro degli alunni dopo soli due giorni di malattia; politico tra destra e sinistra, chi parteggia per il virus e il vaccino, chi per il ministro; scientifico, tra fautori della campagna di massa e agevolatori della visione complottista; mediatico tra stampa sensazionalista e contro-informazione, blogger e giornalisti raccomandati. Instabilità assoluta, al punto che anche Topo Gigio non si sente tutelato e dopo il decretato fallimento se la svigna dalla Tv di Stato.
C’è una cosa, un evento pandemico anch’esso, visti i tempi di magra per i lavoratori, che nessuno però può prevedere nella logica della prevenzione a tutti i costi e dei ricavi sull’H1N1. Che dopo i contratti milionari con gli Stati occidentali, preoccupati della salute pubblica, le multinazionali, da subito, senza attendere che le acque si calmino e senza che il virus abbia il tempo di tornare negli interstizi dell’invisibilità, inizino a mostrare i segni della sofferenza finanziaria. Ma come…con gli forzi inauditi, le fabbriche a pieno regime h. 24, le fiale scroscianti di monetine d’oro zecchino, le multinazionali ora licenziano i lavoratori italiani?
CARLO BAIAMONTE
ODETTE MICELI
La 'casa della vergogna' va venduta!
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